Wednesday, September 28, 2005

Righe Bianche

Non ho le energie mentali, né l'ispirazione per scrivere un articolo corposo, quindi diró la mia opinione a proposito di un recente fatto di cronaca: l'Affare Calissano.

Ecco gli ultimi sviluppi:

Un uomo distrutto. Che solo ieri ha cominciato a rendersi conto dove l’ha portato la doppia maledizione della droga e della depressione: in carcere con un’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti e sulle spalle la tragedia di una giovane donna morta di overdose al termine di un festino.
Eh si, essere beccati con le mani nel sacco, un cadavere in casa e finire in gabbia tende a far aprire gli occhi, dicono gli esperti.

«Calissano è ancora sotto choc - ha detto Biondi [avvocato difensore, ndr] -. L’altra mattina si è svegliato con una ragazza morta accanto. Lui stesso ha avuto bisogno del Narcan. È confuso e stravolto, ma consapevole di essere un uomo malato. E vuole curarsi».
Confesso che a volte ammiro, in un modo perverso, gli avvocati difensori: ci vuole una faccia tosta non comune per difendere certi personaggi. Mai come Saeb Erekat, emerito propagandista palestinese, peró. Ma di nuovo, c'é dovuto scappare il morto perché si rendesse conto della sua condizione, eh?

Depressione la sua malattia, cocaina il suo rifugio, dice l’avvocato, che non esclude di richiedere per Calissano una perizia psichiatrica che aprirebbe la strada a una estrema linea difensiva: la seminfermità mentale.
Certo, ecco un tipico dialogo medico-paziente:

P: Dottore, penso di soffrire di depressione. Mi sveglio la mattina e mi sento di merda, la vita non ha senso, passo tutta la giornata come un automa senza emozioni...

M: Si, sembra proprio depressione. Puó consultare uno psicologo, oppure prendere una pastiglia di Paroxetina al giorno, oppure tirare 5 righe di cocaina al giorno.

P: Penso che decideró per la cocaina...

M: Perfetto, é economica, non ha effetti collaterali dannosi, non dá dipendenza e la passa la mutua... eccole la ricetta.

E poi,non poteva mancare la ciliegia, anzi la pesca candita intera sulla torta: seminfermitá mentale. Chiamarla deus ex machina per salvare il culo ad assassini ed altri figuri non comincia nemmeno a rendere l'idea di quanto sporco sia questo trucco.

Prima, però, bisogna ricostruire il sabato notte iniziato in casa di Calissano e continuato fra locali, night, appuntamenti volanti, per trovare la sua conclusione ancora nella residenza «Le Rocche». Per un ultimo tour di «pippate», come gli amici di quella notte, ora testimoni, hanno raccontato alla polizia. Un fiume di coca che, mischiata a tranquillanti (sembra il Minias), ha provocato la morte di Ana Lucia Bandeira Bezerra.
Ora qualcuno potrebbe rimanere stupito e scandalizzato, ma questo é il genere di vita che attori, imprenditori, calciatori, modelle (alle modelle in genere la coca viene offerta in cambio di quello che potete facilmente immaginare) - e chiunque con abbastanza soldi - fanno regolarmente. Altro che depressione. Tirano perché la coca fa sentire bene, forte e deciso, confidente ed inarrestabile. E fa anche molto figo. Poi ogni tanto qualcuno esagera e ci scappa il morto - o comunque qualche casino tanto grosso che non puó essere coperto - ed allora tutti a piangere lacrime di coccodrillo. Fino a quando le acque si calmano, e poi si ricomincia come prima.

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